43) Il Castello di Anticoli ed i Papi
Quel legame con il territorio che, forse, ha guidato la mia mente sin dai tempi universitari essendo il territorio stesso materia di studio mi ha sempre spinto ad indagare e ricercare storia e vicende che in qualche modo ne forgiano il tessuto. Da un po’ di anni, ovvero dalla scomparsa di mio padre, quasi come se inconsciamente mi avesse passato di mano il testimone, ho acquisito molta documentazione che sicuramente è stata utile per ricordare un passato arcaico della terra Anticolana. In questo momento in cui stiamo vivendo una nuova epoca papale non potevo che fare alcune riflessioni indirette che ci riportano indietro di alcuni secoli. A parte il legame che il nostro territorio conserva con i Papi anagnini: Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII- a cui a quest’ultimo è stata dedicata anche la nostra fonte c’è stato poi Martino V, Oddone Colonna, che con la famosa bolla del 1425 concesse alla comunità Anticolana lo sfruttamento perpetuo delle acque di Fiuggi. C’è da ricordare ancora un sottile legame con i Papi dal nome Leone che inevitabilmente sono venuti alla ribalta con la recente nomina di Leone XIV. Dopo questa nomina tutti si sono informati dei Leone suoi predecessori. Il nome Leone è stato scelto, come annunciato dai media, per essere vicino al mondo del lavoratori, quasi ad esaltare la forza, la fierezza, il coraggio, e la nobiltà (Leone deriva dal greco Leo) e poi per riagganciarsi all’ultimo Leone, il XIII°, che subentrando in un periodo difficile del cattolicesimo, ha compiuto una mezza rivoluzione con la Rerum Novarum in cui la riappropriazione del lavoro e di un economia sociale è stata messa in primo piano rispetto a tutto il resto.
Anche Leone XIII ( Papa Pecci) era un figlio del territorio, nato a Carpineto Romano, antica Ecetra non lontano da Anticoli, ed era anche lui legato alla sua terra . Pure i suoi consiglieri erano radicati nel territorio tanto è vero che uno di questi era nato proprio ad Anticoli. Discendente dei Terrinoni, Monsignor Tommaso Terrinoni fu un canonico al suo fianco per la durata del papato. Monsignor Tommaso Terrinoni che scrisse “I sommi pontefici della Campagna Romana” era fratello di Domenico Terrinoni Sindaco di Anticoli dal 1880 al 1895 e avo degli avv. Massimo e Paola, Anna e Benedetto Terrinoni e di Carla, Elisabetta e Armando Morfino figli di Giorgio Morfino e nipoti
di Giovanni Morfino medico delle terme di Fiuggi. Una lapide all’interno del Villino Terrinoni (casino del Sindaco) testimonia la vicinanza di Papa Leone XIII a Monsignor Terrinoni. Tutte persone che hanno vissuto con le trasformazioni del territorio Anticolano ed in alcuni momenti ne hanno condizionato anche la crescita. La realizzazione del Palazzo della Fonte in cui Domenico ha avuto un ruolo importate in quanto proprietario della collina, è una di queste trasformazioni.
L’altro Leone, Papa non meno importante degli altri, a cui Anticoli fu legata in passato è stato il X°. Leone X°-Giovanni di Lorenzo de’ Medici- nel 1517, quale responsabile delle terre anticolane in quanto ricadenti sotto il suolo pontificio, concesse il territorio di Anticoli per 3000 ducati ai Margani. La famiglia Margani a cui Roma ha intitolato una Piazza e Fiuggi una strada non ebbe una buona sorte a causa delle scorrerie e delle malefatte di Pietro che ritrovarono ammazzato proprio nelle campagne vicino ad Anticoli. Le notizie che ci sono giunte sino ad oggi per quanto riguarda i Margani sono associate anche alla vicenda molto nota tra il popolo anticolano che il signorotto Pietro Margani, sposato poi con Giulia Colonna, spadroneggiava nel paese e pretendeva amori con le donzelle del posto che qualora non avessero acconsentito non avrebbe avuto scrupoli a gettarle in un pozzo che si trovava all’interno della cinta muraria di Anticoli. Il pozzo nel Novecento fu identificato come “il pozzo della vergine”. Negli scritti del De Magistris troveremo scritto che “Leone X° nel 1517 ne investì Pietro Margani, che tralignando dalla giustizia di Buon governante, da poco passò all’altra vita, per lo che il medesimo Pontefice diello in feudo al Principe D. Prospero Colonna. Sono state inutili tutte le ricerche fatte per trovare questa infeudazione, ma vi sono degli equivalenti. In un attestato originale autenticato da tre Notari nel 1536 Di Giovanni Battista De Suardis detto Suardino sopra l’acquisto di vari Feudi fatto da Prospero Colonna , si trova scritto così Anticoli la comperò da dal li heredi de Petro Margano per tre mila ducati d’oro con lo assenzo del Pontefice fino alla sexta generatione. Ma vi è anche di più. Marcantonio il trionfante nel suo testamento del 1569 nominò Anticoli tra i Feudi lasciati al figlio primogenito Fabrizio, e Pio V nel Breve dei 30 marzo 1569 - erigendo Paliano in Principato aggiunge cum omnibus vassallis et hominibus Paliani nec non castra Ienazzani Olevani Surronis Pilei utriusque Anticoli et.” Lo stesso Leone X° fu quasi costretto poi a lasciare il feudo di Anticoli a Prospero Colonna come accennato anche dallo scritto su riportato. Fu così che la famiglia Colonna sino alla fine del XIX° secolo condizionò tutta la storia e lo sviluppo di Anticoli. I fatti descritti relativi ai Papi rappresentano solo la minima parte della storia che negli anni ha plasmato l’aggregato di Anticoli. Questi ed altri fatti storici del nucleo originario fanno parte del volume IL CASTELLO DI ANTICOLI che verrà presentato il 28 giugno presso la sala esposizioni del teatro comunale.
Felice D’Amico